I SOLENOIDI COME TESTIMONI
Sono in studio arrovellandomi il cervello alla ricerca di una soluzione che mi frulla in testa da qualche giorno. Ho la sensazione che qualcosa cerchi di distrarmi, un rumore strano e famigliare. Realizzo che il telefono mi sta chiamando con trilli sempre più insistenti. Appoggio pendolo e matita, mi alzo dal mio scranno, attraverso la stanza ed alzo la cornetta: “perché non rispondi mai al telefono!, è più di un’ora che ti chiamo!”. La voce la riconosco anche se sono ancora con la mente dall’altra parte e rispondo: stavo lavorando.
“Alle due di notte?, pensavo tu dormissi, scusa se ti chiamo a quest’ora ma ho un grosso problema: sto male, anzi malissimo, sono sul divano e non riesco a muovermi, puoi fare qualche cosa?”. Controllo subito, opero e ti faccio sapere, rispondo io.
Il problema riscontrato era un abbassamento energetico importante dovuto a perdita di energia da una ferita di una operazione recente. Chiusa la perdita e ricaricata l’energia ho richiamato la mia amica e prima che io potessi parlare “sto cominciando a stare meglio”.
Le dissi di passare l’indomani al mio studio che le avrei fatto un regalo.
Mentre operavo sul suo testimone mi venne in mente che un tempo avevo fatto degli esperimenti in agricoltura con i “self” come li chiamano i francesi, con risultati molto interesanti e mi ripromisi di prepararne uno per regalarlo a lei, da portare come anello o pemdente.
Cosa sono i “self” o comunemente detti “solenoidi”
A prescindere dall’uso dei solenoidi in campo elettrico ed elettronico, in radioestesia, gli antichi operatori scoprirono che potevano essere dei perfetti testimoni di sostanze, e così gli avevo usati in agricoltura. Possiamo ottenere anche testimoni perfetti, validi per tutti gli operatori, di tutti i corpi e fenomeni della natura.
Le proprietà sono quelle di captare, di emettere, di trasformare o di polarizzare la maggior parte delle “influenze” che si individuano in radiestesia.
In effetti un self costruito in filo metallico forma antenna ricevente senza essere eccitata da alcuna forma di normale energia, ed emette anche a grande distanza le influenze con le quali si sintonizza, e questo dipende dalla lunghezza del filo.
Senza addentrarci in spiegazioni tecniche che in questo ambito sarebbero inutili, vediamo come costruire un self radioestesico funzionante.
Prendete un filo metallico, il rame, di qualsiasi spessore (di 5/10 mm può andare bene), sarebbe ottimale in quanto può essere lavorato senza difficoltà e mantiene bene la forma delle curve. Stendetelo dritto orizzontalmente (l’orientamento non ha importanza) su un tavolo bloccandolo con dello scoctch in cima ed in fondo. Ad un’estremità, posizioniamo un campione o un testimone ordinario della sostanza desiderata, oppure un testimone artificiale, comprese radiazioni: vitali, mentali, nervose, simpatiche, ecc..
Concentriamoci su quello che vogliamo ottenere, prendiamo il nostro pendolo e teniamolo verticalmente sul testimone, comincerà una girazione destrorsa, poi nella direzaione del filo. Scorrete piano lungo il filo fino a quando il pendolo non cambia oscillazione da orizzontale a verticale in un punto specifico del filo. Con una matita o un ferro appuntito segneremo il punto individuato in maniera precisa e dovremo tagliare il filo esattamente in questo punto. Questo pezzo di filo è il testimone del campione o sostanza in questione.
Questo è un testimone molto debole, ma se avvolgiamo il filo a spirale questo continua a costituire un testimone della sostanza ma un testimone molto più potente. Soprattutto se la spirale è forte, e cioé se è avvolta in senso orario o antiorario secondo le indicazioni che possiamo avere dal pendolo se le cerchiamo sopra la sostanza di partenza.
Gli unici criteri importanti sono la lunghezza esatta del filo e la direzione dell’avvolgimento – lunghezza e direzione che devono quindi essere regolate sulla sostanza stessa o sul testimone. Molti operatori tuttavia realizzano questi testimoni con un semplice orientamento mentale.
Per quello che è la direzione dell’avvolgimento abbiamo questa formula:
Solenoidi formati a “S” in senso orario, ruotando dal basso verso l’alto
Solenoidi formati a “Z” ruotando in senso antiorario dal basso verso l’alto
Possiamo anche collocare questi testimoni in piccole scatole di cartone o in piccoli tubi di vetro, chiusi ermeticamente o tappati.
Non è quindi essenziale avere un campione della sostanza o un testimone ordinario del fenomeno all’inizio. Sarà sufficiente cercare la lunghezza necessaria del filo e la direzione dell’avvolgimento pensando a ciò che si desidera accordare o secondo un pensiero e parole giuste e precise. L’arrotolamento può essere fatto su un bastone di legno, un tubetto, una matita o un manico di scopa, il diametro e la spaziatura delle curve apparentemente non hanno alcun significato.
Penso sia tutto chiaro e vi spingo a provare, l’importante è la precisione. Come esempio troverete qui sotto due misurazioni sempre utili pronte per essere costruite.
vitalità 194 mm avvolgimento Z
energia vitale 145 mm avvolgimento s
energia fisica 108 mm avvolgimento S