Due peculiarità dell’essere umano che sono utilissime, anzi indispensabili, per un concreto utilizzo di certe facoltà nel campo della vita, considerata sia come vita fisica che come parte intellettuale del passaggio in questa dimensione, nonché come sviluppo della nostra parte cognitiva sia conscia che inconscia, sono la volontà e l’intento.
” Sottile è il Signore, ma non malizioso ” : con queste parole Albert Einstein esprimeva la convinzione che la Natura ” nasconde i suoi segreti non perché ci inganni, ma perché è essenzialmente sublime” . Per orientarsi nella complessità del mondo fenomenico è necessario scoprire la razionalità delle leggi della Natura .
La volontà è la determinazione fattiva e intenzionale di una persona ad intraprendere una o più azioni volte al raggiungimento di uno scopo preciso.( )
La volontà consiste quindi nella forza di spirito diretta dall’essere umano verso il fine, o i fini, che egli si propone di realizzare nella sua vita, o anche solamente nel potere impiegato nelle sue azioni semplici e quotidiane.
Come disse una nostra mente fra le più sottili ed acuminate, Albert Einstein : C’è una forza motrice più potente del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà.
Anche nel campo delle energie sottili abbiamo una bella definizione di un antropologo americano che ha studiato a fondo e sperimentato che cosa è e come opera uno sciamano: Carlos Castaneda, ecco quello che ha scritto: “Ciò che uno sciamano chiama volontà è un potere dentro di noi. La volontà non è un pensiero, né un oggetto o un desiderio. Smettere di fare domande non è volontà perché richiede pensiero e desiderio. La volontà è ciò che permette a un uomo di riuscire quando la sua mente gli dice che è sconfitto. La volontà è ciò che ti rende invulnerabile. Ed è grazie a essa che lo sciamano attraversa un muro, o lo spazio, fino alla luna se vuole.”
Potrei anche richiamare un librettino a me molto caro sulla “Educazione della Volontà” ( https://www.aspi.unimib.it/collections/object/detail/5235/ ) scritto da mio nonno Giulio Cesare Ferrari psichiatra nei primi anni del secolo passato che da una idea sulla volontà e suggerimenti di come svilupparla.
INTENTO
Intento è il fine che ci si propone di raggiungere e a cui tende l’azione e il desiderio (non differisce in genere da intenzione, proposito, ma indica volontà più determinata e più diretta allo scopo):
Intento è anche fine, scopo a cui si tende: avere, proporsi l’intento di fare una cosa; ottenere, raggiungere, conseguire il proprio intento.
L’intento è la forza diffusa che ci mette in grado di percepire. Noi non acquistiamo consapevolezza perché percepiamo, bensì riusciamo a percepire in conseguenza dell’intrusione e del peso dell’intento. (Castaneda )
Senza queste due peculiarità il radioestesista non riuscirà a sviluppare in maniera concreta e fattiva la sua arte, se così vogliamo chiamarla, o scienza antica come preferisco chiamarla io.
Se noi possimo considerare, come fanno molti, la radioestesia come una magia moderna, potremmo considerare la frase seguente di Castaneda come la base del funzionamento del sistema radioestesico e della radionica:
La magia è dunque l’abilità di usare campi di energia non necessari per la percezione del mondo di tutti i giorni, che noi conosciamo. La magia è uno stato di consapevolezza. È l’abilità di concepire qualcosa che sfugge alla percezione ordinaria.